Saluti del Segretario Generale (Ulisse) e del Comitato Centrale

(nuovo)Partito comunista italiano

Comitato Centrale

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Delegazione:

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Cari compagni,

ringrazio i compagni della sezione di Gratosoglio del Partito dei CARC che danno al Comitato Centrale del (nuovo)Partito comunista italiano la possibilità di parlarvi in occasione della Festa della Riscossa Popolare con cui celebrate il Centenario della Rivoluzione d’Ottobre. Il modo migliore di celebrare il Centenario è imparare dall’esperienza della rivoluzione socialista russa e della costruzione del socialismo in Unione Sovietica cosa fare per porre fine alla crisi e alla guerra che la borghesia imperialista e il suo clero impongono ancora oggi al mondo, cioè in sostanza per porre fine al loro dominio e al loro sistema sociale.

La vittoria della rivoluzione socialista in Russia cento anni fa e i quasi quaranta anni di successi nella costruzione del socialismo che ne seguirono fino alla svolta del 1956, nonostante l’arretratezza da cui l’Unione Sovietica partiva e nonostante le aggressioni, il sabotaggio, il boicottaggio e l’isolamento economico, finanziario e scientifico a cui l’Unione Sovietica fu costantemente sottoposta da parte di tutte le potenze imperialiste, hanno una grande importanza per il segno che hanno lasciato nella storia dell’umanità. Chi cerca di ricostruire il filo e indicare il senso di quello che è avvenuto nel mondo negli ultimi cento anni, se non tiene conto della vittoria dell’Ottobre 1917 e della costruzione del socialismo che ne è seguita sotto la direzione del Partito di Lenin e di Stalin, dice cose che non stanno in piedi. Ma non è solo questione di capire quello che è successo e i motivi del catastrofico corso delle cose che invece stiamo vivendo ora, della crisi economica che imperversa anche nei paesi più ricchi, dell’eliminazione delle conquiste di civiltà e benessere che le masse popolari avevano strappato, della dissoluzione di tanti legami politici e sociali, della dissesto ambientale e climatico, dell’abbrutimento e della cultura nichilista che la borghesia fomenta, delle guerre che dilagano nel mondo, della migrazione in condizioni disperate a cui sono costrette milioni di persone, delle violenze cui sono sottoposte donne, bambini e i settori più deboli delle masse popolari. Capire come e perché siamo trascinati in questo catastrofico corso delle cose è importante, ma ancora più importante è capire come farlo finire.

Compagni, quello che succede oggi non è un evento imprevedibile e imprevisto. Grazie al marxismo, era stato possibile prevedere che se l’Unione Sovietica fosse caduta, nel mondo e in particolare nei paesi più avanzati sarebbe seguito un periodo di nera reazione. Nel suo scritto del 1927 in occasione del X anniversario della Rivoluzione d’Ottobre Stalin aveva chiaramente indicato sia il ruolo positivo che, nonostante le condizioni arretrate da cui partiva, l’Unione Sovietica aveva per le classi sfruttate e i popoli oppressi del mondo intero, sia il disastro che sarebbe stato per tutti il deragliamento dell’Unione Sovietica, il periodo di reazione nera che sarebbe seguito in tutto il mondo. Per motivi che oggi ci sono chiari, i comunisti russi in mancanza della rivoluzione socialista nei paesi più avanzati, non sono riusciti ad impedire che nel 1956 i revisionisti, che erano la borghesia nella forma che inevitabilmente esiste nei paesi socialisti, prendessero il potere nel PCUS. Ci hanno messo più di 30 anni i revisionisti, ma alla fine sono riusciti a demolire l’Unione Sovietica che nel 1991 si è infine dissolta. Ora sta avvenendo quello che i marxisti avevano previsto.

Ma possiamo farvi fronte, perché l’umanità può riprendere la sua storia di progresso solo instaurando il socialismo: vi è quindi una immensa riserva di forze a cui noi comunisti possiamo attingere [tutti quelli che per un motivo o l’altro sono contrari al catastrofico corso delle cose]. Proprio la storia della rivoluzione russa e della costruzione del socialismo in Unione Sovietica, la storia dell’ondata di lotte e di rivoluzioni che esse suscitarono in tutto il mondo ci insegna come farla finita con questo catastrofico corso delle cose. Bisogna chiedersi e capire perché un secolo fa i comunisti russi sono riusciti a vincere e i comunisti italiani, francesi, tedeschi, spagnoli, inglesi e americani non ci sono riusciti, nonostante la crisi che ognuno di questi paesi nella prima parte del secolo scorso ha attraversato.

Il segreto della forza e della vittoria del Partito comunista russo era che sotto la guida di Lenin aveva assunto il marxismo come propria guida, aveva il materialismo dialettico come metodo per capire come andavano le cose e come metodo per farle andare verso l’instaurazione del socialismo. Era un partito che guidava la sua opera con la scienza della attività con le quali gli uomini fanno la loro storia, la scienza scoperta da Marx ed Engels. Per questo riuscì a vincere. Invece, arrestato Gramsci nel 1926, il PCI abbandonò lo sforzo per assimilare quella scienza e si lasciò completamente assorbire nei compiti immediati necessari per far fronte ai fascisti.

Oggi noi abbiamo bisogno di vincere e instaurare il socialismo. Abbiamo bisogno di una società in cui il governo sia emanazione degli operai organizzati attorno al partito comunista, che non sia più come ora emanazione della borghesia. Finché i ricchi, i capitalisti, i loro preti e papi, i loro soci e complici comanderanno, le cose andranno di male in peggio. Noi abbiamo quindi bisogno di un partito comunista formato da compagni che si dedicano a imparare quella scienza, che oggi si chiama marxismo-leninismo-maoismo perché si è arricchita con gli insegnamenti della rivoluzione sovietica, della rivoluzione cinese, delle altre rivoluzioni del secolo scorso.

Abbiamo bisogno di un partito comunista capace di ricavare insegnamenti anche dalle sconfitte che come movimento comunista abbiamo subito, perché oggi l’Unione Sovietica non esiste più e il vecchio glorioso PCI della Resistenza prima dopo il 1945 ha lasciato che in Italia si installasse la Repubblica sotto l’alto patronato del Vaticano e degli imperialisti USA e poi passo dopo passo si è trasformato fino a diventare oggi il partito di Renzi, si è trasformato nel partito della NATO, nel partito dell’Unione Europea, nel partito che dirige uno Stato nemico dei lavoratori italiani e persecutore degli immigrati, uno Stato che già oggi manda migliaia di soldati italiani in vari paesi a fare la guerra e opprimere, in violazione della stessa Costituzione ufficialmente ancora in vigore e confermata dal referendum di un anno fa, soldati diventati truppe mercenarie che uccidono al comando degli imperialisti USA.

Compagni, noi siamo quel partito comunista. Per questo siamo nella clandestinità. Perché lo Stato della borghesia italiana e della criminalità organizzata non possa fare con noi quello che ha fatto con Gramsci, quello che le stragi e i delitti della strategia della tensione hanno mostrato che non ha nessuno scrupolo o remora a fare. La clandestinità non ci impedisce di far conoscere quello che vogliamo e quello che facciamo. Ognuno di voi che vuole conoscerlo, ha vari modi per farlo. Chi vuole venire con noi, trova la strada per farlo. Chi vuole sostenere la politica che conduciamo, ha molti modi per farlo.

In pratica nell’immediato la linea che noi attuiamo è quella che attua anche il Partito dei CARC. E questo è ovvio, perché deviazioni e divagazioni ce ne sono mille, ma in ogni situazione concreta la linea giusta è una sola. E oggi da noi, in Italia, la linea giusta è che i lavoratori si organizzino in ogni azienda e costituiscano organismi capaci di mobilitare gli altri lavoratori a difesa delle loro conquiste e dei loro diritti superando le diversioni dei sindacati di regime (CGIL-CISL-UIL, UGL e sindacati corporativi) e le beghe dei sindacati alternativi (USB, CUB, SI Cobas, Confederazione COBAS e gli altri). Organismi che prevengano i padroni e mobilitino i lavoratori a difesa dei posti di lavoro. Organismi capaci di proiettarsi all’esterno delle aziende, nei quartieri e nei paesi, con l’autorità che presso il resto delle masse popolari hanno già oggi gli operai quando si mobilitano e si fanno sentire. Organismi che mobilitino le masse a disobbedire alle leggi antipopolari, che costringano gli amministratori locali a impiegare mezzi e risorse per porre fine al degrado dei quartieri e fare manutenzione del territorio, delle abitazioni e delle infrastrutture e li inducano a rompere il patto di stabilità con cui il governo di Roma strozza le autonomie locali e a opporsi alle iniziative antipopolari del governo. Organismi che si coalizzino tra loro fino a costituire un proprio governo, il governo che chiamiamo Governo di Blocco Popolare.

Questa è oggi nell’immediato la linea giusta, per raccogliere forze e promuovere la rinascita del movimento comunista. Quindi è anche la nostra linea: rendere il paese ingovernabile per i vertici della Repubblica Pontificia approfittando anche dei litigi e della corruzione di questi vertici.

Questa è oggi nell’immediato la nostra linea. È a contribuire a realizzare questa linea che chiamiamo ognuno di voi.

Dobbiamo vincere, possiamo vincere perché la nostra causa è la causa di tutti i lavoratori e di tutte le persone di buona volontà. Non importa che oggi siamo pochi, disponiamo di una riserva inesauribile di forze. Sono gli uomini e le donne che fanno la storia dell’umanità. Con il marxismo siamo in grado di cambiare il corso delle cose e di costruire il nostro futuro.

Avanti dunque compagni! Il nostro futuro è nelle nostre mani.

Il compagno Ulisse, segretario generale del CC del (n)PCI